ANTICIPAZIONI STAGIONE 2024/2025
Identita': la musica come esperienza umana
C’è molto da scoprire e tanto da apprezzare nella stagione 2024/2025 dell’Orchestra Filarmonica Campana. Il grande repertorio sinfonico, i compositori meno indagati e le nuove prospettive sulla musica del nostro tempo sono le linee guida dei concerti in cartellone. Inoltre sono intensificate le collaborazioni con artisti che hanno un legame speciale con la Filarmonica Campana: il direttore d’orchestra Thomas Guggeis come direttore ospite principale, la violinista Giulia Rimonda come artista residente e il compositore Salvatore Passantino come compositore residente. L’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese sarà la formazione ospite e verrà a farci visita il prossimo novembre. Tra luglio e agosto 2025, il nostro tour in Cina con la bellezza dell’opera italiana protagonista. Non vediamo l’ora poi di accogliere artisti di lunga data e nuovi ospiti come Luana Lombardi, Luca Improta, Corinna Scheurle e tanti altri.
La musica: questione di identità
I concerti della stagione 2024/25 sono dedicati al tema dell’“identità”, dove la musica costituisce un’esperienza umana fondamentale: rappresenta un tratto specifico dell’identità personale, come afferma Giada Franzoni. Questa importanza deriva dal fatto che l’esperienza musicale è strettamente collegata alla sfera emotiva, al sistema di valori e, ancor più, al livello cognitivo dell’individuo stesso. Quando si ascolta o si suona un brano musicale, tutta la persona viene coinvolta nell’esperienza: dalla sfera fisica della corporeità, alla sfera inconscia dell’anima a quella più simbolica dell’intelletto. Che il corpo venga coinvolto è evidente: è comune segnare il ritmo con il movimento della testa, di una mano, del piede o delle dita che tamburellano. Spesso accade inconsciamente e ci sorprendiamo ad eseguire piccoli movimenti a ritmo di musica. L’anima è coinvolta perché la carica emotiva scatenata da una melodia è altissima: ascoltando musica si può arrivare a piangere per la commozione, a rilassarsi, a sorprendersi, a ridere. Infine, la sfera dell’intelletto. Attraverso una composizione possiamo veicolare significati, messaggi, trasmettere ideologie e idee.
Dal classicismo alla modernità
Se è vero in generale che l’identità scaturisce dal confronto tra le idee e la complessità variopinta del mondo, lo è in particolare per quanto riguarda l’identità musicale. Per la quale il confronto è quasi sempre scontro e conflitto e l’identità una motivazione preziosa. Attraverso le proposte artistiche di questa stagione ci poniamo l’obiettivo di far emergere uno spettro di atteggiamenti differenti e di modalità di relazionarsi con l’identità. Di Anton Bruckner, affrontiamo il conflitto interiore e la consapevolezza di un percorso artistico proiettato all’assoluto. Assistiamo al tentativo di Gustav Mahler di recuperare barlumi di un mondo di cui avvertiva il progressivo, inesorabile spegnimento. Il mondo della cultura dei salotti viennesi, dell’autonomia del bello, della formazione come ideale di affrancamento dell’uomo dalla storia, per entrare nel quale Mahler era stato costretto alla conversione, un mondo di ieri a cui il compositore torna con un’ironica nostalgia. Antonio Salieri prova ad offrire una visione diversa servendosi della forma musicale della “variazione” al fine di evidenziare una struttura formale sottoponibile alle più vitalistiche proiezioni di senso. Nell’800 Johann Strauss junior, il compositore viennese universalmente riconosciuto come il “re del valzer”, ha marcato in modo così netto l’identità di un popolo, di una nazione: l’Austria imperiale di Francesco Giuseppe nella cui temperie culturale crebbe e soprattutto compose la famiglia Strauss (il padre omonimo e due fratelli di Johann, Joseph e Eduard). Un’intera famiglia di musicisti, gli Strauss, portò il valzer alle folle e il loro stile divenne sinonimo di gioia di vivere. Nel secolo scorso, invece, Erik Satie con la sua identità progressista e conservatrice, colta e bizzarra ci ha lasciato una musica la quale risulta difficile definirne i confini, in quell’ambiguità che la fa apparire seria e giocosa allo stesso tempo. Altro protagonista del 900 è Dmitri Shostakovitch, la sua identità musicale esprime onore e terrore di un compositore sotto il regime stalinista.
Alcuni concerti della stagione “Identità”: