Orchestra Filarmonica Campana

BIZZARRIE POETICHE

«Sai, bisognerebbe creare della musica d’arredamento, cioè una musica che facesse parte dei rumori dell’ambiente in cui viene diffusa, che ne tenesse conto»: sono le parole di Erik Satie, l’eccentrico compositore bohémienne che ha ispirato il “Gruppo dei Sei”, del quale fece parte Francis Poulenc. Insieme ad un altro compositore francese Jacques Ibert, i due musicisti rappresentarono con le loro composizioni un esempio della volontà di rivoluzionare la musica francese dopo l’impressionismo di Debussy, influenzati dalle considerazioni estetiche del nascente futurismo e del cubismo, con un rigetto delle maestose sonorità wagneriane. Una musica tecnicamente semplice, dunque, ma supportata da un’armonia accattivante: «musica costruita a misura d’uomo», come scrisse Jean Cocteau. Considerato uno dei brani più difficili del repertorio, il Concerto per flauto e orchestra di Jacques Ibert è particolarmente apprezzato per la simbiosi perfetta tra virtuosismo e leggerezza espressiva. Questa composizione elegante ed equilibrata diede un contributo significativo alla letteratura flautistica di inizio novecento, con un gioco di contrapposti tra temi vivaci decorati in forma neoclassica e motivi melodici, più lenti, quasi languidi. L’interprete scelto è Franco Ascolese, classe 1997, che dopo aver vinto numerosi concorsi internazionali si è esibito in concerto in Italia ed all’Estero in alcune delle più importanti sale del mondo tra cui la Beethoven House a Bonn, la Scriabin Hall a Mosca, Palazzo Montecitorio a Roma, Teatro San Carlo a Napoli, la TASIS Hall a Lugano, la prestigiosa Carnegie Hall di New York negli Stati Uniti d’America, la Royal Albert Hall a Londra. La musica di Francis Poulenc mira alla ricerca della semplicità̀, della chiarezza e della pulizia d’espressione, l’ironia e lo scherzo, nonché́ una rinnovata attenzione ai generi più̀ “triviali” attirano la sua attenzione. Poulenc si conquista una precoce fama di clown musicale: apprezzatissimo per il vigore di espressione e per il senso di incessante attività fisica che prorompe dalle sue composizioni, viene soprannominato “le sportif de la musique”. Questo slancio atletico sarà tanto più̀ valorizzato nei suoi balletti: Diaghilev stesso invita Poulenc alla scrittura di Les Biches (rappresentato a Monte Carlo il 6 gennaio 1924). Leggera, ricca di ritmi di danza, la sua “Sinfonietta” esprime con il suo titolo in forma diminutiva non solo il carattere scanzonato che la contraddistingue, ma anche l’avversione di Poulenc verso le forme imponenti della sinfonia romantica.