Orchestra Filarmonica Campana

BUON ANNO DA OFC !

L’arrivo del nuovo anno viene festeggiato dall’Orchestra Filarmonica Campana con due concerti in programma giovedì 04 Gennaio alle ore 18.30 nel Parco Borbonico del Fusaro a Bacoli e venerdì 05 Gennaio alle ore 19.30 nel Salotto Comunale di Battipaglia. Entrambi i concerti rientrano nella XVa Stagione 23/24 “Contrasti” e inaugurano l’anniversario pucciniano del 2024, anno di grandi celebrazioni, in cui la musica sarà l’assoluta protagonista. Puccini condivide con Giuseppe Verdi il fatto di essere l’operista più eseguito nel mondo. Maestro del verismo e innovatore del linguaggio musicale, anticipò nel melodramma alcuni modi e strumenti della comunicazione moderna. Nella nostra programmazione musicale sarà celebrato molte volte durante quest’anno con numerosi brani che metteranno in luce la sua figura e la sua arte. Le voci soliste sono quelle di Silvia Porcellini (soprano) e Francesco Napoletano (tenore) mentre sul podio si alteranno i maestri Giuseppe Carannante (4 Gennaio) e Giulio Marazia (5 Gennaio). Il concerto si apre con il Capriccio Sinfonico di Giacomo Puccini che si articola in un Andante moderato a mo’ di introduzione e in un Allegro vivace che costituisce il nucleo centrale della composizione e confluisce in una ripresa variata del tema iniziale seguita dalla coda. L’attacco ha un carattere energico e ben ritmato a sostegno di una linea melodica morbidamente espressiva, alternata fra gli archi e i legni. L’Allegro vivace, come già detto, è costruito sul notissimo tema di apertura della Bohème, qui sviluppato con maggiore enfasi nel settore percussivo e con quello slancio melodico caratteristico del linguaggio pucciniano. In questo movimento traspare la vivacità e la sensibilità coloristica e armonica del compositore, oltre ad un gusto contrappuntistico di ottima scuola. Il tremolo del timpano fa da collegamento alla ripresa del tema d’inizio, ancora affidato ai violoncelli e ai fagotti in ottava, e poi è subito ripreso in fortissimo dai corni, sostenuti dagli squilli delle trombe e dei tromboni. La coda in pianissimo conclude il Capriccio con sonorità dolcemente sfumate sugli accordi dell’arpa e i lontani rintocchi del timpano. A seguire alcune arie e duetti tratti dal repertorio operistico di Gounod, Bizet, Rossini, Donizetti e Puccini, dove appunto si alterneranno le voci solistiche. Al centro del programma alcune particolarità come il brano “Scorci Sinfonici” del maestro Giuseppe Carannante (04 Gennaio), una selezione di Valzer da “Il Cavaliere della Rosa” di Richard Strauss (05 Gennaio) e “Straussiana” di Wolfgang Erich Korngold, un delizioso pot-pourri di temi da operette meno note del sommo Johann, Fürstin Ninetta, Cagliostro in Wien e Ritter Pasman ma, nonostante l’evidente dedica, rimane comunque un pezzo che rispecchia un modo di fare musica che affonda ancora le sue radici nel tardo romanticismo tedesco (gli echi bruckneriani dell’Adagio sono evidenti), eppure legandole a quel mondo cinematografico il cui linguaggio drammaturgico e musicale Korngold aveva di fatto fondato. Per finire spazio poi a Johann Strauss padre e figlio, come da tradizione viennese.  Nonostante o forse proprio a causa della giovinezza contrastata, i lutti famigliari e i rapporti turbolenti con Johann Strauss (padre), infatti, l’omonimo figlio ebbe come motto “Passare attraverso la vita con allegria”. Per questo nella sua musica si ritrova una indomita voglia di vivere, di abbandonarsi al piacere, al divertimento, alle feste più spensierate ma sempre con il portamento elegante tipico della Vienna di fine Ottocento. Valzer, ciarde, polke e quadriglie scritte da Strauss Jr non vanno però presi per musica approssimativa, di facile consumo: la sapienza di scrittura, la complessità dell’orchestrazione, la varietà di colori dello stile straussiano furono tali da valergli la stima (oltre che l’amicizia) di Johannes Brahms. Il valzer, abbiamo detto, si ballava in tutta Europa; fu però a Vienna che, all’inizio dell’Ottocento, assunse un’importanza capitale grazie a Johann Strauss (1804-1849). Questi era nato nella locanda del padre dove fin da piccolo ascoltò i canti e le esibizioni musicali dei viandanti e dei marinai del Danubio che sostavano nel locale. Appena gli fu regalato un modesto violino, Johann cominciò a suonarlo per diletto. I genitori per distoglierlo dagli studi musicali, ritenuti poco redditizi, lo costrinsero a lavorare in una legatoria ma Johann, non sopportando questa attività, fuggì nei boschi viennesi. Qui fu trovato da un violinista di strada che lo riaccompagnò a casa e convinse i genitori a lasciargli impartire le prime lezioni di violino. Solo in seguito, Johann studiò con maestri di rilievo e diventò uno tra i musicisti e i compositori più apprezzati della città. L’abilità di Strauss fu quella di riuscire a cogliere lo spirito popolare viennese che aleggiava nelle birrerie e nelle sale da ballo per poi riversarlo nei suoi valzer, ai quali conferiva un’originalità sorprendente e una dignità di musica seria rispetto al dilettantismo e alla monotonia dei suoi predecessori. Quella del valzer diventò una moda così travolgente da richiedere addirittura la costruzione di nuove grandi sale da ballo capaci di accogliere la folla di danzatori e l’orchestra dominata dal violino. Queste nuove sale, dai mobili e dai tendaggi eleganti, scintillavano di luci e di lumiere in cristallo ed erano decorate con una grande quantità di fiori proprio per ostentare un lusso caratteristico della nascente classe borghese che voleva essere pari a quello aristocratico. È a questo stile che appartiene la Sala d’Oro della Società degli amici della musica di Vienna: una grande sala con il soffitto a cassettoni dorato e dipinto da cui pendono numerosi lampadari di cristallo e che, il primo giorno dell’anno, viene allestita con una profusione di addobbi floreali.  Fu poi il figlio di Strauss, anch’egli Johann (1825-1899), a portare questa nuova musica da ballo nelle sale da concerto e a meritare l’appellativo di “re del valzer”. Egli, sostenuto dalla madre, abbandonò gli studi al Politecnico di Vienna ai quali lo aveva indirizzato il padre per dedicarsi interamente alla musica. Questa scelta audace regalò al mondo capolavori ancora oggi indimenticabili come il Kaiser-Walzer (Valzer dell’imperatore), composto in omaggio all’amicizia tra l’imperatore d’Austria, Francesco Giuseppe, e l’imperatore della Germania, Guglielmo II; l’operetta Die Fledermaus (Il pipistrello) dal carattere brillante e sentimentale; la Tritsch-Tratsch Polka (Polka del chiacchiericcio), composta durante una tournée in Russia, luogo dove tale danza veloce e in tempo binario era molto diffusa, il cui titolo potrebbe riferirsi alla passione viennese per il gossip e, infine, il famoso valzer An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu). A Strauss figlio andava, oltre il plauso del pubblico, anche e soprattutto l’ammirazione di insigni musicisti come Liszt, Wagner e dell’altro grande omonimo, Richard Strauss, con cui però non condivideva alcuna parentela.

Felicita Pacini