Orchestra Filarmonica Campana

LA MATURITA’ MOZARTIANA

Due Mozart a confronto nel concerto che apre la stagione 2024/25 dell’Orchestra Filarmonica Campana. Il programma monografico sul genio di Salisburgo mette in evidenza due fasi compositive ben definite ma accomunate già da una maturità artistica chiara. Il Re Pastore, di cui ascoltiamo l’ouverture, è la decima opera di Wolfgang Amadeus Mozart, composta fra marzo e aprile 1775, all’età di diciannove anni. È un lavoro d’occasione, commissionatogli dal suo ‘datore di lavoro’, l’arcivescovo Colloredo, il quale desiderava allietare con nuove composizioni musicali la visita a Salisburgo dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo-Lorena. In questa musica i canoni compositivi tipici della tradizione vocale – compresa l’aria col da capo – si fondono armoniosamente con principi costruttivi di origine strumentale, primo fra tutti quello della forma-sonata, come si riscontra ad esempio nell’aria di Aminta, «Aer tranquillo e dì sereni»: non a caso il suo tema iniziale è ripreso da Mozart come primo tema del movimento iniziale del Concerto in sol maggiore per violino e orchestra n. 3 kv 216, composto nello stesso periodo e che ascoltiamo come brano a seguire. Il concerto per violino n. 3 si ispira alla tradizione italiana, modelli con cui era venuto in contatto grazie agli insegnamenti paterni e ai suoi viaggi in Italia. Tartini, Nardini, Vivaldi erano i preferiti di Mozart e tale influenza è presente anche nella scrittura solistica che si afferma come elegante e aliena dal virtuosismo fine a sé stesso. Ma la vera maturità e novità consiste nella fusione di diverse suggestioni culturali, che confermano, seppur la giovane età di Mozart, una direzione cosmopolita che diventerà un tratto peculiare della personalità del maestro. L’altra fase compositiva che si oppone a quella giovanile proposta nella prima parte è quella della maturità vera e propria. Nella Sinfonia n. 38 si respira già il clima delle ultime grandi composizioni mozartiane, a partire dalle opere teatrali (cfr. Le Nozze di Figaro, Don Giovanni). La strada espressiva intrapresa appare segnata e profetica di alcune strutture dell’Ottocento tedesco e gli impasti timbrici con le conseguenti scelte strumentali sanno sottolineare l’oscuro e tortuoso cammino delle armonie, specie in modo minore, mentre il ritmo è caratterizzato da un’energia costante che brilla nell’intera composizione.