SULLA VIA DELLA SERENITA’
I rapporti di Beethoven con Haydn furono altalenanti e non certo idilliaci come quelli che Haydn ebbe con Mozart. Durante il loro primo incontro, Haydn espresse giudizi assai favorevoli sul Beethoven musicista, tanto da convincerlo a trasferirsi a Vienna per intraprendere gli studi con lui. Tuttavia il loro rapporto non fu proprio idilliaco non solo artisticamente: Haydn gli rimproverava certe stravaganze, pur riconoscendogli un genio multiforme e Beethoven stesso ebbe a confessare spudoratamente in tarda età che da Haydn in fin dei conti non aveva appreso niente. Nonostante questo Haydn, essendo il componente principale dello stile classico che creò anche ripercussioni sulla formazione stilistica anche del primo romanticismo, influenzò in maniera decisa Beethoven. Tacendo dell’unità tematica insita in ogni lavoro beethoveniano, altrettanto tipici tratti del modus operandi haydniano li troviamo nella Quarta sinfonia, che ascolteremo nella seconda parte del programma, come ad esempio il riecheggiare nell’introduzione lenta dello stesso topos presente nella sinfonia n. 103 – una sorta di citazione del Dies irae – mentre nel secondo movimento l’esitante conclusione richiama lavori quali il quartetto op. 33 n. 2 o la sinfonia n. 60 di Haydn. Infine l’inizio e la fine della sinfonia sono costruiti con espedienti tipicamente haydniani. Il programma scelto vuole mettere in luce questi contrasti tra i due estremi compositori del periodo classico. Nella prima parte il concerto per violoncello n. 1 di Haydn è una composizione che esprime per inventiva, grazia, allegria, buonumore, spirito, serenità, vivacità, uno dei più pregevoli dei circa venti (l’incertezza sul numero dipende dalla dubbia autenticità di alcuni di questi lavori) Concerti composti da Haydn per i più vari strumenti. Sarà interpretato dallo spagnolo Damian Martinez Marco, al debutto con l’Orchestra Filarmonica Campana, riconosciuto dalla critica per la sua “sensibilità espressiva” e il “suono squisito”, è stato premiato in competizioni internazionali in Francia, Spagna e Portogallo. Ha effettuato tournée in Francia, Germania, Italia, Inghilterra, Stati Uniti, Finlandia, Svezia, Marocco, Pakistan, Sri Lanka, Lituania, Estonia, Giappone, Colombia, Ecuador, Israele, Canada, Corea del Sud e Cina. È un artista esclusivo della Warner Classics per il quale ha registrato “Rapsodia del Sur”, “Rojo”, “Hypnotik”, “Spirit of Casals” ed “Essential Saint – Saëns”. Il carattere della Sinfonia n. 4 di Beethoven è generalmente vivo, sveglio, gaio, e di una dolcezza celeste. Se si eccettua il meditativo Adagio che serve da introduzione, il primo movimento è consacrato quasi esclusivamente alla gioia. Il motivo in note staccate con cui ha inizio l’Allegro è un semplice canovaccio su cui l’autore spande in seguito altre melodie più effettivamente tali, che rendono così accessoria l’idea apparentemente principale dell’inizio. Quest’artificio, benché fecondo in risultati curiosi e interessanti, era già stato usato da Mozart con uguale fortuna. Ma nella seconda parte dello stesso allegro, si trova un’idea veramente nuova, le cui prime battute incatenano l’attenzione, e che dopo aver trascinato lo spirito dell’ascoltatore in misteriosi sviluppi lo colpisce di stupore per la sua conclusione inattesa. […] Con queste parole Hector Berlioz parlava di questa Sinfonia, un periodo “snello” a livello compositivo che certamente esula dalle fatiche delle sinfonie precedenti (vedi la n. 3) e successive (vedi la n. 5), e che di sicuro rappresenta un momento di rara serenità nel catalogo beethoveniano.