RIFLESSIONI METAFISICHE
“La musica è il solo passaggio che unisca l’astratto al concreto”, ha scritto Antonin Artaud. Nella musica concreta, nel senso che fu di Edgard Varèse e di Pierre Schaeffer come costituzione assemblata di ‘elementi preesistenti, presi in prestito da un qualsiasi materiale sonoro, sia rumore o musica tradizionale’, il senso musicale si situa in un punto-oltre. Così alla metafisica, scienza dell’assoluto e della realtà prima, la concretezza si attaglia come commistione, tra musica e filosofia, nel comune obiettivo di comprendere il reale e ciò che si situa oltre il reale. Puccini, Tchaikovsky e Verdi, nella loro estetica musicale partono da quel tremito evangelico del ‘nos adoramus quid scimus’, la manifestazione di uno Spirito che fattosi parola forgia un ponte di connessione tra il velo d’ombra dell’inconoscibile e l’incarnazione, concreta appunto, dello Spirito. Numerose sono le riflessioni sul significato della loro produzione artistica, sul visibile e l’invisibile, l’essere e l’apparire, il vero e il falso, l’identità e la differenza, così come numerosi sono i collegamenti e i contrasti che emergono dalle loro personalità. Specchi e prismi che si incuneano nelle loro musiche, dove proviamo a vederci connessioni culturali-tecniche-metafisiche. Nell’elegante tessitura musicale del giovanile Preludio Sinfonico, Puccini compone una partitura che risale in un mondo che sa, e deve, riscoprire il senso sinfonico dell’oltre. E se in Tchaikovsky, si situa un autentico spartiacque e nella sua incessante opera volta al significato classico della musica, lui che fu contemporaneo di Puccini e Verdi, si situa una nuova modalità di interrogazione metafisica, nei limiti percepiti all’affondo nel cuore della sua musica, c’è in tutta l’evoluzione del suo stile un timbro tragico. L’intera opera teatrale di Verdi è una ricomposizione armistiziale di questo processo di divaricazione tra fisica e metafisica, ovvero la forma di una sonorizzazione concreta che superi la tragicità e che ricada nella vertigine dell’assoluto. Giulia Rimonda interpreterà il concerto per violino di Tchaikovsky, definita da S. Accardo “una musicista completa, in possesso di una tecnica brillante, di un suono emozionante, caldo e potente, di una musicalità pura e di un’intonazione perfetta”, si è diplomata all’età di 17 anni con lode e menzione d’onore. Attualmente studia a Parigi con B. Garlitsky. Vincitrice del premio “Giovanna Maniezzo” 2022 dell’Accademia Chigiana, del Roscini-Padalino 2022 (Fondazione Perugia Musica Classica) e selezionata da Leonidas Kavakos per la sua masterclass ad Atene, nel 2023 ha debuttato alla Royal Opera House di Muscat e all’Anfiteatro Richelieu di Parigi. La stagione 2024-2025 prevede una tournée con la Nord Czech Philharmonic Orchestra e l’Orchestra della Toscana, il debutto a Parigi al Grand Amphitheatre della Sorbona con l’Orchestre COSU Sorbonne, recital al Quirinale – in diretta su Rai Radio 3 – e al Teatro dei Rozzi di Siena.