Orchestra Filarmonica Campana

ALLA SCOPERTA DELL'INCERTEZZA

Le composizioni di Oderigi Lusi sono enormemente diverse e per un motivo molto semplice: hanno sempre qualcosa a cui ispirarsi, temi e campi d’azione da indagare sempre nuovi. Il principale beneficiario di questa passione per la scoperta, ovviamente, è il pubblico. Oderigi Lusi è Composer in Residence dell’Orchestra Filarmonica Campana dal 2015 e ogni anno ha sempre presentato per noi lavori sempre nuovi, ispirati ad un mondo di immagini sempre variegato. “La mia principale forza trainante nella composizione viene sempre dall’emozione. La mia arte viene dal cuore e dalla necessità. Non posso fare altro che comporre un pezzo che pesa sulla mia mente”. Pianista e compositore, ha da sempre affiancato agli studi classici, terminati con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino, l’interesse per gli altri generi e linguaggi musicali, quali il jazz e la world music. E’ stato alunno del Berklee College of Music di Boston ed è vincitore di diversi concorsi pianistici e di composizione. Ha inciso e pubblicato diversi lavori discografici. Le sue partiture sono edite dall’etichetta giapponese “Da Vinci” e distribuite in tutto il mondo. Il lavoro compositivo ed esecutivo degli ultimi anni è volto soprattutto alla valorizzazione della propria terra natìa (Sinfonia n.1 “Abellana” per Soli, Coro e Grande Orchestra; Presso il vecchio Castello di Avella – Quattro visioni per piano solo) e della Campania Felix (Sul Sentiero degli Dei – Melologo per voce recitante e gruppo da camera ispirato ad una vecchia leggenda della Costiera Amalfitana). La cosa più importante per Oderigi Lusi è il suono e più specificatamente, come testimonia la ricerca sonora degli ultimi anni, il suono della terra natìa. L’uso costante di strumenti etnici della terra campana come mandolini, tammorre, tamburi a cornice, strumenti a plettro immersi in un contesto neoclassico della sua scrittura per orchestra ne fanno una peculiarità della sua musica. Il suo linguaggio musicale è moderno, sperimentale, fatto di contaminazioni di musica jazz e world, ma allo stesso tempo di una tale chiarezza e urgenza da conquistare gli appassionati quanto gli esperti di musica. Il suono è tutto per lui. Non a caso si definisce un “pittore della strumentazione”. Costantemente spinto verso l’indeterminato, verso l’incerto: “Vorrei per il mio bene che ogni lavoro fosse diverso, semplicemente perché non voglio annoiarmi. Quando qualcuno fa sempre la stessa cosa per tutta la vita, a un certo punto chiamano quello stile. Per me, il nuovo e il diverso è molto più importante ed essenziale”. E questa costante ricerca sarà di nuovo in campo per il nuovo lavoro del 2023 che presentiamo in questa stagione “Comme l’acqua ‘e mare”, uno stabat mater profano, di cui ha curato musica e testi in lingua madre napoletana. Musica, poesia, prosa, voci che si rincorrono per amplificare una tragedia antica, eppure moderna e contemporanea anche. Quella della madre, di tutte le madri del mondo, ai piedi della croce, accorsa a raccogliere il figlio crocifisso dalla brutalità degli uomini, per i quali si è immolato.

Tito Lo Russo