FANTASIA, MELODIA E SERENATA
Immediatezza e Genialita’ in programma venerdì 27 Ottobre alle ore 20.00 dalla Chiesa di San Giorgio in Salerno chiude la stagione di concerti 2022/2023 dell’Orchestra Filarmonica Campana. E’ un concerto dedicato all’affascinante mondo della musica per orchestra d’archi e sarà diretto dal maestro Marco Salvio, al debutto con OFC, con la partecipazione solistica della sassofonista Marina Notaro, in questo caso un graditissimo ritorno dopo l’interpretazione del concerto di Jacques Ibert nel 2017. Attraverso i quattro brani in programma, di Bernstein, Bridge, Villa-Lobos e Tchaikovsky, si delineano i tratti più suggestivi dell’universo sonoro romantico, tardoromantico e novecentesco. Il concerto si apre con il valzer dal “Divertimento per orchestra” di Leonard Bernstein. L’intero lavoro è una suite composta da otto bagatelle, completato nel 1980 e scritto per celebrare il centenario della Boston Symphony Orchestra. E’ noto per la presenza delle note SI e DO nella maggior parte del suo materiale melodico. Caratterizzato da un metro irregolare, questo brano evoca il valzer dalla Sinfonia Patetica di Tchaikovsky, anch’esso costituito da un ritmo zoppicante. Un linguaggio caratterizzato da una melodia semplice ma incisiva, che costituisce suggestioni fugaci e immediate. La natura del brano è tipicamente cameristica e permette agli elementi di semplicità e immediatezza tipici della musica di Bernstein di emergere anche con un piccolo organico orchestrale. Lamento per orchestra d’archi di Frank Bridge fu presentato ai Proms londinesi nel 1915 e fu accolto dal pubblico londinese come un esempio di come Bridge avesse deformato la sua ispirazione compositiva per poter stare al passo con le tendenze moderne; la critica era rimasta legata allo stile morbido ed evocatore del Bridge anteguerra, e non accettò facilmente quest’opera intimistica e visionaria. Di questa composizione di Bridge fu detto che essa non solo guarda indietro, con rabbia e con dolore, alla prima Guerra Mondiale, ma appare anche come una torva profezia della Seconda. Lo stile compositivo di Bridge possiede un suo marchio distintivo, riconoscibilissimo come “inglese” e al contempo legato alla lezione europea; all’interno della sua produzione la Prima Guerra traccerà una netta linea di demarcazione, aprendosi ulteriormente alle suggestioni continentali laddove l’Inghilterra tende ad isolarsi in un suo certo conservatorismo. Heitor Villa-Lobos è stato un “mediatore” (più o meno come farà in seguito l’altro grande compositore sudamericano, l’argentino Alberto Ginastera attraverso lo sviluppo di due distinte fasi del suo modo di comporre, ossia il Nazionalismo Oggettivo e il Nazionalismo Soggettivo) capace di coniugare, di saldare, di rendere perfettamente omogeneo, a livello armonico e melodico, il linguaggio autoctono con quello universale. Una mediazione, questa, che si presenta anche nella produzione del musicista brasiliano nel repertorio della musica per strumento e orchestra. Nella fantasia per sassofono soprano e orchestra di Heitor Villa-Lobos sono sempre protagoniste le evocazioni della musica popolare brasiliana che il compositore aveva assimilato nel profondo nell’infanzia e nell’adolescenza. Nella composizione convertono la particolare predisposizione per gli archi, a cui Heitor Villa-Lobos ha dedicato alcune tra le sue pagine più ispirate, e alcuni ritmi e melodie del folklore a lui tanto caro. La ricchezza e l’efficacia delle idee musicali emergono sin dal primo movimento, che si sviluppa in un intreccio di imitazioni tra le parti. Nella Serenata per archi di Tchaikovsky l’omaggio a Mozart e al classicismo risiede più nel carattere sereno e disimpegnato del brano che non nell’imitazione degli amati modelli; forse proprio questa scelta rese la composizione particolarmente gradita all’autore. Scritta nel 1880, essa fu eseguita l’anno seguente con grande successo, riscuotendo fra l’altro l’ambito apprezzamento di Anton Rubinstein, temuto direttore del Conservatorio di Pietroburgo e maestro dell’autore. La Serenata si articola in quattro movimenti, ben differenziati fra loro ma unificati concettualmente dalla scelta di un materiale tematico prevalentemente per gradi congiunti. L’iniziale Pezzo in forma di Sonatina consiste in un Allegro moderato, in forma-sonata senza sviluppo, introdotto da un Andante non troppo, con un tema spazioso che riappare anche come coda; è il movimento più elaborato del brano, ed insieme una pagina di fresca eleganza, per l’equilibrio delle proporzioni e per l’invenzione tematica, che contrappone un’idea esitante ad una graziosamente scattante. Segue una Valse giustamente celebre, in cui Ciaikovsky mostra la sua abilità come creatore di melodie ampie e sensuali. Espressivamente malinconica, con i voluttuosi temi dell’ampia sezione centrale, l’Elegia si mantiene distante dal lugubre pessimismo di composizioni consimili. Il Finale si basa su due temi popolari russi, tratti da una raccolta per pianoforte a quattro mani dello stesso Ciaikovsky; il primo compare in una lenta e concentrata Introduzione; il secondo, una danza briosa, funge da prima idea dell’Allegro con spirito. Qui, dopo la classica elaborazione e contrapposizione del materiale tematico, riappare il motivo iniziale della partitura; è una pausa meditativa e insieme di raccordo al primo movimento, prima che la danza russa concluda brillantemente la composizione, con una stretta di sicuro effetto.
Arrigo Quattrocchi