THOMAS GUGGEIS, L’EREDE DI BARENBOIM
Il concerto “Confronti Sinfonici” in scena dal Castello Mercogliano di Casamarciano, in provincia di Napoli, sarà una festa per l’OFC. L’appuntamento dallo splendido complesso medievale, con quella che un tempo fu la chiesa di Santa Maria del Plesco e l’incantevole bosco, vedrà salire sul podio della nostra orchestra ancora una volta grandi interpreti, con un concerto caratterizzato da musiche ispirate ai suoni della natura e in particolare dai richiami degli uccelli ma soprattutto con il debutto importante di un direttore che è molto più di un talento, Thomas Guggeis. A soli 30 anni, è acclamato come erede del leggendario Daniel Barenboim, che l’ha arruolato alla Staatsoper di Berlino come assistente. D’altronde Guggeis, nella sua carriera folgorante, prima aveva già rivestito lo stesso ruolo a Stoccarda e da questa stagione è direttore musicale dell’Opera di Francoforte. Ospite regolare di sale e teatri quali la Semperoper di Dresda, il Theater an der Wien e la Chamber Opera Munich, ha collaborato, tra gli altri, con i Münchner Symphoniker, l’Orchestre National de Toulouse, la Swedish Radio Orchestra, l’Orchestre de Paris e la Staatskapelle di Dresda, Orchestra Nazionale della Rai di Torino, Orchestra Sinfonica di Milano, Orchestra della Toscana mentre quest’anno ha già debuttato al Metropolitan di New York e alla Scala di Milano con la West Eastern Divan Orchestra.
In apertura di serata, Guggeis propone la famosissima Piccola Serenata Notturna (“Eine Kleine Nachtmusik”) in sol maggiore KV 525 di Wolfgang Amadeus Mozart composta nell’estate del 1787. Il genere della serenata comprendeva composizioni affidate ad un organico variabile di solisti e con un numero pure variabile di movimenti; fine unificatore di brani anche molto dissimili era quello intrattenitivo, per circostanze festive o ricorrenze o ancora per allietare la vita di tutti i giorni. Nel corso dei suoi anni salisburghesi Mozart aveva scritto un alto numero di composizioni per simili circostanze, ma il piccolo mecenatismo frequente nell’ambiente provinciale di Salisburgo cedeva il passo a Vienna a rapporti più sofisticati fra committenti e compositori. Possiamo comunque immaginare che anche Eine kleine Nachtmusik sia stata pensata per una simile circostanza, di cui ci sfugge il contesto. La maestria di questo brano consiste proprio nell’aderire compiutamente alle regole “semplici” della serenata con un artigianato inappuntabile, rivelando però a tratti la mano inconfondibile dell’autore, che guarda con più matura consapevolezza e quasi con distacco a un genere abbandonato da tempo.
A chiudere la prima parte del programma dedicata ai compositori del periodo classico la Sinfonia Concertante per violino, violoncello, oboe, fagotto e orchestra di Joseph Haydn. Composta nel 1792, fu eseguita la prima volta nei concerti di Salomon il 9 marzo dello stesso anno. Essa è in soli tre tempi, ma l’Allegro iniziale non presenta un’esposizione orchestrale, come per lo più nel concerto classico. I solisti entrano subito nel vivo della conversazione, che si svolge spiritosa e garbata, senza mai languire, con qualche sorprendente trapasso armonico e qualche drammatica pausa improvvisa, secondo lo stile ch’è proprio di Haydn. I tutti orchestrali intervengono raramente e soltanto per precisare il disegno formale del movimento. Le cadenze ai singoli strumenti sono fornite dall’autore stesso, in egual misura per ciascuno. Le parti solistiche sono affidate alle prime parti dell’orchestra: il violino concertante sarà quello di Fabrizio Giordano (spalla), al violoncello troveremo Giuliano De Angelis mentre i due fiati protagonisti saranno Giovanni Borriello (oboe) e Marco Alfano (fagotto).
Nella seconda parte della serata Thomas Guggeis propone la Quinta Sinfonia di Jean Sibelius, commissionata dal governo finlandese con lo scopo di celebrare con un concerto solenne il cinquantesimo compleanno del compositore. Quel giorno fu lo stesso Sibelius a dirigere la sua nuova Sinfonia, sul podio dell’Orchestra Filarmonica di Helsinki, e con grande successo. Il compositore nordico è sempre stato affascinato dai suoni della natura e in particolare dai richiami degli uccelli, lo conferma questa sinfonia ispirata dalla visione di un gruppo di cigni; lui stesso annotava nel suo diario del 21 aprile 1915: “Oggi alle undici meno dieci ho visto 16 cigni. Una delle mie più grandi esperienze! Signore Dio, che bellezza! Mi hanno circondato per molto tempo…”. L’opera si articolava in quattro movimenti, ma dopo le revisioni del 1916 e del 1919 e l’aggiunta di un nuovo finale, i movimenti sono diventati tre; della seconda versione rimane soltanto qualche parte, la versione del 1919 è quella più comunemente eseguita.
Arrigo Quattrocchi