Un'amicizia musicale
La XIVa Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica Campana prende il via dalla bellissima Reggia di Caserta e piu’ precisamente dal vestibolo superiore dello scalone reale. La collaborazione con il famoso museo costruito dal Vanvitelli nasce nell’ambito del bando di valorizzazione partecipata “Incontri di arte e cultura alla Reggia”. Il programma proposto è incentrato sull’esecuzione di due brani di stampo romantico ad opera di Dvořák e Brahms e dedicati alla forma della serenata. Tra le espressioni orchestrali maturate in seno al Romanticismo europeo quello della Serenata rappresenta uno dei momenti più emblematici e caratteristici. Gli autori scelti sono legati da un rapporto particolare caratterizzato da una profonda stima reciproca e di solida amicizia. Durante la sua maturità musicale, Dvořák rimane estasiato dal classicismo di Brahms, altro gigante del mondo musicale classico. Questo legame lo condusse a conoscere l’editore musicale di Bonn Fritz Sim-rock, per il quale Dvořák compose la prima delle due serie di Danze Slave nel 1878, entrambe modellate sulle Danze ungheresi di Brahms. Il programma scelto evidenzia anche l’amore di entrambi per il repertorio cameristico, ovvero quello che entrambi ritenevano più rappresentativo delle loro figure di compositori, in quanto, oggi come allora, questo ambito dava accesso ai chiave lati più nascosti delle loro personalità. Quello della musica da camera era il territorio in cui si manifestava in maniera più intensa il lato crepuscolare e tardoromantico delle loro anime. Un fil rouge tra i due evidente anche attraverso la vena riconoscente di Dvořák che iniziò immediatamente a “brahmsissare” ulteriormente alcuni aspetti della sua arte che aveva per natura in comune con Johannes, guardando con maggiore attenzione agli esempi dei classici, e rendendoli personali attraverso uno spiccato interesse per i ritmi e le melodie della musica ceca. In Dvorak invece Brahms aveva individuato una parte di sé, un qualcuno che dopo la sua morte avrebbe potuto continuare, seppur in maniera personale la sua poetica romantica de fedele alla tradizione classica. Antonin scrisse all’amico compositore Josef Bohuslav Foerster un paio di anni dopo la composizione del quartetto “Americano”: «Nel 1893, scrivendo questo quartetto (…) volevo comporre qualcosa di assolutamente semplice e melodico. Avevo costantemente davanti agli occhi papà Haydn; questo è il motivo per cui m’è riuscito di uno spirito così organico». Dvorak rientrò in patria nel 1895. Sul finire del 1896, già molto malato per un tumore al fegato, Brahms si entusiasmò davanti al Concerto per Violoncello dell’amico ed esclamò: «Se avessi saputo che era possibile scrivere un concerto del genere avrei provato anch’io!»